Vengo da mille corridoi annidati
alla ricerca della luce
vengo dal punto più misterioso dell’universo,
non dal mondo superiore, ma da un posto sotto i tuoi piedi
dall’inferno, dal mondo inferiore
ma oggi sono il fluido più fermo
non sono andato a letto con nessuno e sembro così nudo, spoglio e vuoto.
Conosco la ceramica da diversi anni, per via della geografia in cui sono nato, i miei giochi dell’infanzia erano acqua e argilla, che istintivamente realizzavo e asciugavo vicino alla mia finestra. Nel mio piccolo ricordo d’infanzia c’è il deserto, i muri, i vicoli e le case di fango. Sono passati molti anni da quando sono emigrato nella capitale, e ancora il mio gioco è con l’acqua e l’argilla. L’unica differenza tra il mio gioco dell’infanzia e quello di oggi è che invece di creare animali e forme, ora mi dedico tramite l’argilla alla difesa della Terra e mi sono ripromesso di impegnarmi e di cercare di affrontare i problemi del pianeta, in particolare il cambiamento climatico.
La ceramica è composta da quattro elementi naturali ed io trovo che sia il materiale migliore per esprimermi oggi, e gli insegnamenti degli antenati della mia terra, come Mitra e Zarathustra, illumineranno il mio percorso. Il fenomeno del cambiamento climatico e del riscaldamento influenzano molti aspetti della vita umana. Fenomeni climatici come inondazioni, siccità e uragani sono oggi sempre più presenti in ogni angolo del globo e sono diventati una minaccia quotidiana per la produzione e l’equa distribuzione di cibo, risorse idriche e salute, oltre a causare cambiamenti economici negativi e problemi sociali.
In passato, il cambiamento climatico ha modificato il modello della vita umana, ma oggi le attività umane hanno causato enormi trasformazioni sul clima mondiale. Il cambiamento climatico è una delle sfide che l’umanità deve affrontare nel XXI secolo e rappresenta una potenziale minaccia per gli ambienti naturali e artificiali.
In passato, il rispetto per la natura faceva parte della fede come frutto di onnipotenza del creato e quindi di supporto e di rispetto dell’umanità.
La filosofia e l’arte si sono formate attraverso i filosofi del passato, i quali vivevano a stretto contatto con la natura e le divinità.
Le loro intuizioni cosmologiche formavano la trilogia uomo, natura, divinità. Il fattore principale di qualsiasi opera umana e di civiltà è l’essere umano, opera che è la manifestazione delle sue opinioni ed idee. Oltre all’uomo, la categoria delle comunicazioni con leggi, regole, costumi, modi, comportamenti ed etica, regolano le relazioni tra l’uomo e il lavoro, la natura e l’esistenza, nei diversi ambiti spirituali e materiali della vita. Infine il corpo oltre a specifiche condizioni ambientali, economiche, tecniche, scientifiche e artistiche è influenzato da altri due fattori. Infatti, oltre al profilo oggettivo e spaziale, ogni opera umana ha un aspetto intellettuale e ideologico e un aspetto morale. Così sono partito sempre dalle mie origini e da Zarathustra o dio del fuoco. E’ un filosofo/profeta dell’antico Iran i cui pensieri hanno avuto un grande impatto sulla formazione degli standard morali, tracciando i confini del bene e del male e le basi della filosofia occidentale. Zarathustra, comunemente noto come il profeta degli iraniani, è una delle letture di spicco nella storia dell’antico Iran.
Cosa insegna lo Zoroastrismo sull’ecologia: lo Zoroastrismo rivendica di essere la religione più antica del mondo, ed anche il primo culto a sostegno dell’ecologia, attraverso la cura degli elementi e della terra.
La fede dello Zoroastrismo non comanda soltanto la premurosa cura del mondo fisico ma con essa ricerca anche la salvezza spirituale. Gli esseri umani, come più importanti creature di Dio, sono considerati i naturali “motivatori” e sorveglianti delle Sette Creazioni. Come unica creazione consapevole, il primo compito dell’umanità è avere cura dell’universo. Questa fede sostiene la cura delle Sette Creazioni (cielo, acqua, terra, piante, animali, creature umane e fuoco), come parte di una relazione simbiotica. Lo Zoroastrismo considera il mondo fisico una naturale matrice delle Sette Creazioni nella quale la vita e la crescita sono interdipendenti, se si vuole che l’armonia e la perfezione siano la meta finale.
Purezza: La sacralità delle creazioni esige la più grande consapevolezza da parte dello zoroastriano, per consegnare, alla fine del tempo dell’umanità, ad Ahura Mazda il mondo nel suo stato perfetto ed originale. Come esempio di questo concetto di sacralità, è tradizione che ogni zoroastriano non entri mai in un fiume per lavare o inquinarlo in qualche modo. La purezza della natura, nella sua tradizione, è vista come il più grande bene.
La Crisi: Gli zoroastriani in India ricordano nella loro storia tradizionale di come, un tempo, la Madre Terra era in pericolo, e chiese al Dio Ahura Mazda se poteva inviarle un principe con guerrieri, per fermare con la forza chi voleva farle del male. Ahura Mazda disse che avrebbe inviato un uomo santo il quale si sarebbe servito soltanto di parole e di idee convincenti; nacque così il profeta Zoroastro.
L’attenzione agli elementi dell’acqua, della terra, dell’aria e del fuoco nell’architettura tradizionale iraniana, così come nei giardini iraniani, esiste da molto tempo. Gli elementi naturali oggetto di maggiore attenzione nei giardini iraniani includono acqua, terra, aria, luce, animali, piante oltre a montagne e cielo, e tutti devono convivere in perfetta armonia tra di loro.
La Geografia Perduta
Da sempre la vita è più avanti rispetto all’arte. L’artista non è che un registratore di eventi, che opera sulle loro implicazioni sociali, politiche, culturali o ambientali. Proprio la questione ambientale è oggi fattore di preoccupazione dell’umanità, artefice di un’epoca “a sua immagine”, già nella definizione letterale di antropocene.
Per me, iraniano, della terra di Zoroastro e Ciro, dal suolo argilloso e ormai in gran parte inaridito… desertificato, argomenti come il surriscaldamento globale e la siccità comportano una significativa influenza sulla ricerca artistica, proprio in virtù di quel legame tra vita e arte di cui ho accennato.
A volte alla ceramica viene chiesto di svolgere dei ruoli che non le sono propri. È interessante notare come sia facile lasciare dei segni e dei ricami che si caricano delle valenze più disparate: semantiche, tecniche e funzionali, senza con questo perdere l’essenza della materia. Infatti, l’argilla, ciò che costruisce il deserto, è quell’elemento che si può posare sulla pietra vulcanica, fino a fargli assumere l’aspetto di un buco nero o di una ciotola priva di acqua.
Nella mostra “La Geografia del vivere” ho esposto due pezzi di pietra vulcanica collocandoli a distanza, ma in modo che fossero in dialogo tra loro.
Ho intitolato la mostra “La Geografia del vivere”, perché una delle pietre era posta in alto e l’altra per terra. Ma è la stessa pietra lavica a dare l’idea di un buco nero terrestre: immagine del cielo riflessa sulla terra o geografia della terra nel cielo… Ho preso ispirazione dal filosofo persiano Mirfenderesky che ha vissuto nel XVI secolo e che era alla ricerca di un’immagine terrestre capace di replicare ciò che appare nel firmamento: un’autentica immagine terrestre dei buchi neri. Ebbene, la pietra pomice nelle sue mille perforazioni è proprio un viaggio attraverso il buco nero, un viaggio a cui io affido i mille ricordi della mia storia passata…
La geografia del vivere
La pietra lavica, un buco nero terrestre
L’immagine del cielo riflessa sulla terra
O La geografia della terra nel cielo?!!!
Uno seduto per terra e l’altro in piedi nel cielo.
Lavorando con la pietra lavica, ricordo sempre i buchi neri e provo un’estranea sensazione di familiarità e affinità tra essi. Ebbene affido la mia amnesia ai mille fori della pietra che è riempita di ricordi della storia passata…
Nell’immagine del particolare della Scuola di Atene di Raffaello di seguito riportata, il profeta iranico Zoroastro, ha le sembianze di Baldassarre Castiglione e viene rappresentato mentre tiene in mano un globo celeste in quanto ritenuto fondatore dell’astronomia, e autore degli Oracoli caldaici.
INVERSIONI DI STILE TRA GREEN, TRADIZIONE E DESIGNER
In continuità con il tema del Matres edizione 2022 “Naturantis”, affrontato in vari aspetti durante tutto il programma del Festival ed anche nel corso del tavolo di lavoro: “INVERSIONI DI STILE TRA GREEN, TRADIZIONE E DESIGNER” tenutosi il 27 agosto 2022, presso il Complesso Monumentale di S. Giovanni- Cava de’Tirreni (SA), viene proposto il lavoro dell’artista iraniano Ehsan Shayegh.
Un lavoro personale e di forte richiamo emotivo, dove l’argilla e anche la pietra lavica sono il mezzo per comunicare e trasmettere con la pratica artistica, la necessità non più prorogabile dell’impegno di tutti e in prima persona, nel cercare di affrontare i problemi del pianeta e del cambiamento climatico in atto. L’ artista ha presentato una sua opera - la geografia del vivere- anche alla collettiva “Symbola - segni d’identità nella ceramica femminile dall’Italia all’Avana” per il Matres Havana Festival 2023. (Miriam Gipponi)
Deserto di Niavaran
Particolare della “Scuola di Atene” Raffaello Sanzio: Zaratustra- Musei Vaticani Roma
Credit foto wikipedia- Scuola di Atene
Installazione per il progetto linea acqua terra 2019
Parco di Villa Buri – Verona Italia
Installazione 2016
Niavaran Cultural Center – Tehran Iran
40 mq.
Curata da Bita Fayezi
Lezioni italiane 2021 – installazione
La Giarina, Galleria di Arte contemporanea - Verona Italia
QANAT 2022- Installazione
Azad Art Gallery – Tehran Iran
370 x 280 x 30 cm. n.37 pezzi
Smalto su pietra vulcanica
Non c’è più orizzonte 2020 – installazione
La Giarina, Galleria di Arte contemporanea - Verona Italia
300 x 700 cm.
Creta, sabbia
Curata da Luigi Meneghelli